martedì 10 novembre 2015

CARTOLINE DA BOLOGNA DURANTE LA DOMENICA GREEN


Questo post non aggiungerà niente di nuovo a quello - tanto, troppo - che avete già sentito riguardo la Lega a Piazza Maggiore a Bologna. La piazza non era così piena, è impossibile che in quello spazio ci stiano 100mila persone (quelle millantate da Salvini), Berlusconi è stato soporifero come vostro nonno che a tavola inizia a raccontarvi di quella volta ad Addis Abeba. Ma in pochi purtroppo si sono soffermati su un Magdi Allam relegato a "testimonianza della società civile". All'inizio, tra un pescatore ligure che racconta che non mangiamo il nostro pesce e una studentessa che non si sente libera in una scuola comunista. 
Ma cosa resterà di questa giornata leghista? Di quella domenica i cui i padani hanno passato il Po? Nessuna analisi, solo foto e siparietti raccolti da brava giornalista d'assalto.

- Un ragazzo con felpa "Piemont" assomigliava molto al Matteo. Glielo ho fatto notare e pareva gli avessi detto che pareva Brad Pitt.

- Forse la sua somiglianza è dovuta anche all'utilizzo di prodotti per la bellezza brandizzati Lega, come questi.

- Panini, panini col salame "de casada" a perdita d'occhio. Quando finiscono: «Dai andemo a fare aperitivo, qua i fa i taglieri de affettati».

- Gadget di un certo livello in vendita negli stand ufficiali.

- Salvini ha scritto un libro e lo vende a "offerta libera". 

- Questi ragazzi che sembrano dell'Azione cattolica sono sensibili al problema dell'immigrazione e con delle pentole inneggiano a "Bologna meticcia". Arrivano alle spalle della piazza un po' perché sonno innocui, un po' perché all'inizio non si capisce cosa cantino. Ben presto vengono spintonati dai vicini "Fratelli d'Italia" e definiti dal leghista medio "dei centri sociali", "parassiti", "zecche rosse". Arrivata la polizia, gli agenti devono ogni tre minuti portare via "gente perbene" che urla a due centimetri dalla faccia di questi ragazzi che fra venti giorni faranno probabilmente la Chiara stella: "non troverete mai lavoro", "siete l'Italia peggiore", "morite", "stronza". 

- Quando è iniziato l'allontanamento di questo gruppetto con la faccia colorata (pessima idea, direi. Erano equivoci proprio per questo) un ragazzo che era con la madre alla manifestazione ha litigato fino ad arrivare a dirle "stronza io con te non vengo più" perché lui un po' voleva vedere e forse menare e lei lo tratteneva.

- Citazione #1 «I verdi gratta gratta sono rossi, noi gratta gratta rimaniamo verdi».

- Prima che il tutto iniziasse, gli schermi mandavano highlight delle ospitate salviniane ai talk show, il tutto intervallato da musica da epic movie.

- Citazione #2 «Ho capito che Salvini l'aveva sparata grossa con i 100mila quando ho iniziato a vederlo anche nella tazza del water la mattina. Era dappertutto».

- Una maglia con Salvini costa dieci euro.

- Citazione #3 «Te lo dico io come funziona: sempre che riesca ad andare al governo, tra mafia e magistratura dura tre mesi se dura. Ed ecco come finisce il progetto di Roma di Salvini».

- Bandiere della Liga Veneta si intrecciano con il Tricolore. Chiedo al signore (portatore di Liga Veneta) della citazione #3 "E quindi?" e lui mi risponde serafico che a quel punto non sarà un problema suo, perché il Veneto sarà indipendente. A questo punto ci sta la: 

- Citazione #4 «Anche perché, signorina, mi tirano in mezzo CasaPound, capisce bene che un po' mi imbarazza questa cosa».

- Altri bellissimi gadget geolocalizzati. 

- Chissà che fuso seguono 

Da Bologna è tutto.






giovedì 30 ottobre 2014

COMPLIMENTI ALLA MAMMA!



Ieri sera sono andata a correre. Era la seconda volta che lo facevo dopo tantissimo tempo. Vivendo in centro avevo l’alibi che la salubrità di una corsetta sarebbe stata annullata dalla quantità di gas di scarico che avrei respirato in quella mezzora. Poi ho scoperto un parco vicino a casa. Non molto grande, uno di quei classici parchi con due giostrine e un piccolo spiazzo per fare correre il cane. Ho pensato che sarebbe stato perfetto per la mia scarsa resistenza iniziale. Il fatto però è che non ci ero mai stata. Non sapevo com’era, chi lo frequentava e come sarebbe stato una volta che si fosse fatta sera. Sarei andata a correre dopo il lavoro, per cui non prima delle 19. Per cui sarebbe stato buio. 
La mia prima corsa è stata dunque per le vie del centro, evitando quelle più trafficate. Mi sono sentita comunque una donna più sana e atletica. Uno dei giorni successivi passando vicino al parco con il mio ragazzo ho approfittato per chiedergli se mi accompagnava a fare un controllo della situazione. Chi c’era, com’era. In realtà era proprio uno di quei parchi con le giostrine, i cani e qualcuno che correva. 
Ieri ci sono andata per la prima volta, era buio ma c’erano tanti cani e tanti padroni di cani e qualche studente di ingegneria che tornava verso casa. In una panchina stava uno tipo da solo, in mano aveva una birra in lattina. Prima di passarci davanti per la prima volta, ho guardato se c’erano strade alternative e quando sono passata ho tolto le cuffie per sentire se faceva qualche commento. Non credo di essere particolarmente avvenente mentre corro, ma non si sa mai. Appunto, non si sa mai. 
Sono una ragazza (donna?) che non definirei ansiosa – o almeno, non per queste cose – che non si è mai fatta problemi a passeggiare da sola o a tornare a casa sola la sera. Un’unica volta, quando a vent’anni ho fatto la modella (o forse sarebbe meglio dire cavia) per quelle esibizioni dei saloni dei parrucchieri, sono uscita di casa con un martello nello zaino. Era sera e l’appuntamento era in una zona poco raccomandabile. 
A parte questo curioso episodio – come avrei tirato fuori il martello dallo zaino non l’avevo ben calcolato – non ho mai portato con me spray al peperoncino e non ho mai fatto squilli agli amici quando varcavo il portone di casa. Nonostante questo se so che alle tre di notte devo tornare a casa a piedi da sola inconsciamente evito la gonna e se vedo un capannello di maschi, giorno o notte che sia, inconsciamente mi chiedo se non sia meglio evitarlo, o perlomeno non passarci troppo vicino. 
Un complimento fa sempre piacere, anche detto da un disgraziato, mica solo da George Clooney? E certe volte, magari, appena uscite dal parrucchiere, finiremo per apprezzare che qualcuno noti il nostro nuovo bob ben sfilato, visto che George Clooney è fuori città. Ma una donna questi conti li fa sempre, anche se nessuno glielo ha insegnato. Ce lo hanno insegnato le mille volte in cui è accaduto. Nessuno ci (mi) ha mai detto vedrai che quando ti cresceranno un po' le tette gli uomini inizieranno a voltarsi e tu ti ci dovrai abituare. Entrare da sola in un locale e sentire gli sguardi addosso, passeggiare e notare che qualcuno si gira. Voler andare a correre e non poterlo fare dove converrebbe andare, senza pensarci. I fischi sono scesi un attimo in graduatoria, forse perché figli di un genere di uomo ormai poco diffuso. E no, non voglio salutarti e no, non voglio dirti grazie perché mi dici complimenti alla mamma o, per i più raffinati, che polmoni. E queste, tutte, sono delle colossali rotture di palle. Non solo se uno ti segue, anche se uno si volta. Vien da pensare che si girino spesso, visto che non sono un esattamente la sosia di Victoria Silvstedt. È difficile fregarsene, al di là della questione di principio. È difficile tirare dritto a testa alta e non accusare il colpo, mai. Sono tutte delle colossali rotture di palle che sono riuscite a farci ragionare inconsciamente nell’intento di evitarle. Io ho deciso di fregarmene. Non so se è un caso (o sono paragnosta, dato il video chehafattoilgirodelweb), ma da un po’ ho deciso di passare dove inconsciamente mi consiglierei di no. Niente di giovannadarchesco, ma cerco di non fare il solito gioco. Anche questa è una piccola lotta personale. Non so come andrà a finire, ma trovo giusto così. I video di denuncia rimangono virtuali, le pratiche no. E insegnatelo, ai vostri figli, che non si fissano le persone.

Ps
Per chi non lo avesse visto, il video all'inizio del post è stato girato a New York, commissionato da un'associazione che combatte le violenze di genere. Il video è una forma di riassunto di quello che è accaduto all'attrice durante le ore in cui ha camminato in silenzio, di giorno e con degli abiti "poco provocanti". Oggi lei, insieme alla creatrice del video, ha ricevuto numerose minacce di stupro. Inoltre, com'è ormai d'uso, si sono alzate mille polemiche riguardo alla sostanziale differenza tra salutare o complimentarsi con qualche sconosciuta per strada e seguirla o chiederle il numero di telefono. E se la pensate così, se fate le differenze tra un complimento e un accostamento, siete degli stronzi. Pensate che quella tipa, io, la vostra ragazza, vostra sorella, sta solo camminando per i dannatissimi fatti suoi, come spesso fate anche voi. Per farvi capire, una un po' sociopatica o la giornalista del New York Magazine Jessica Roy la potrebbe prendere così: «Let this be a potent reminder of why you should never leave your apartment».

mercoledì 12 marzo 2014

IL FOTOPROGETTO HA RAGIONI CHE LA RAGIONE NON CONOSCE


Il mondo di internet è un mondo bellissimo, lo sappiamo tutti. È come con le città viste dall’alto, da un aereo, dove tutto sembra ordinato ed efficiente. Non si vedono i cantieri, le buche per le strade, il tacco non ti si impiglia nella grata della metropolitana e nessuno passa con il rosso agli incroci. Internet funziona più o meno allo stesso modo. A chi non lo conosce – e ce n’è di gente che non lo conosce – glielo spieghi quasi sempre in maniera entusiasta, spiegandogli che trovi subito quello che non sai ma vorresti sapere, che se non ti viene il titolo, scrivi due parole a caso di una canzone ed entro due secondi sai qual è. 
Ma come le città viste dall’alto anche internet, se ti avvicini un po', ha le sue buche per le strade. Tralasciamo i blog che ti spiegano che presto saremo sudditi degli alieni che si sono già incarnati in Obama e che l’influenza ti passa lascando delle cipolle tritate in una stanza. Queste sono cose che non leggono tutti, grazie a dio. C’è però qualcosa di più pervasivo, che riesce a insinuarsi nelle taimlaìn di mezza umanità con ciclica naturalezza entusiasta.
Parlo dei progetti fotografici/video/microblogging. Colonnine di destra, colonnine centrali, gallerie fotografiche di un’infinità di siti, molti di questi pseudo-seri, ogni giorno infestate da supposti artisti finlandesi che hanno un ufficio stampa efficientissimo o siamo noi che siamo deficentissimi. Ieri c’era il video di un regista, l’altro ieri non mi ricordo e oggi di sicuro ne sta venendo fuori un altro (mi raccomando, sono tutti registi, fotografi, artisti, mai che li si chiami per quello che sono, degli sfaccendati personaggi con in una mano una videocamera Pioneer e nell’altra un cappuccino di Starbucks). Dice, massì, internet serve anche alla libera espressione artistica, lascia fare. Ma io lascerei pure fare, e tutto sommato continuo a farlo, solo che avverto una certa saturazione di progetti, soprattutto perché (quasi) ogni volta che ne esce uno, lo si viene per forza a sapere, mentre se si scopre che con il cipollotto si cura la cataratta ne rimaniamo all’oscuro. E magari è più utile e interessante scoprire che il cipollotto, oltre a impedirti di avere relazioni interpersonali per le successive dodici ore dall'assunzione ha anche dei benefici effetti oftalmici.
Ma dato che sono una donna aperta, e avverto questa preoccupante saturazione, vorrei dare degli spassionati suggerimenti per altri nuovi interessanti progetti artistici di sicura condivisione isterica. 
  • L’uomo che per 365 giorni fotografa il suo frigo. 
  • Il video che immortala degli sconosciuti che si baciano ma poi uno di loro si toglie la maschera e l’altro scopre che ha baciato il suo collega che suda sempre, non tira mai lo sciacquone e fa battutine sgradevoli. 
  • La famiglia che per sei mesi vive come i Jetson dei Pronipoti. 
  • Un Tumblr che raccoglie le gif delle facce delle commesse che ricevono il pagamento di una spesa di 200 euro in monete da cinquanta centesimi. 
  • Tutti hanno un sosia. Un artista canadese ha girato il mondo facendo foto con il suo Blackberry a chiunque incontrasse e poi ha messo insieme le coppie somiglianti.
  • Il fotografo uzbeko che fotografa le vecchie della steppa che aspettano l’autobus che passa solo due volte a settimana verso la capitale a una fermata in stile sovietico. 
  • Il sito della coppia hipster di Berlino che non usa metodi di conservazione moderni, ma utilizza soltanto quelli riportati nelle Vite dei cesari di Svetonio. 
  • La blogger che da quando ha avuto il menarca scatta una Polaroid alle sue mutandine durante il primo giorno di ciclo. 
  • I teneri neonati vestiti da gatto certosino. 
  • L’open fotoprogetto di chi si scatta una selfie mentre riceve la notizia che il suo contratto a progetto diventa un indeterminato. 
  • Cosa succede quando esci di casa e ti dimentichi l’acqua della doccia aperta perché una doccia non ce l’hai mai avuta? Un artista somalo ha raccolto il suo materiale in una mostra a Parigi. 
  • Il gatto e il topo sono sempre nemici? 15 commoventi scatti ci fanno pensare al contrario.
*la foto in alto fa parte di un fotoprogetto chiamato "baci non corrisposti". L'ho trovata su Repubblica.it.

mercoledì 5 marzo 2014

VE LA MERITATE, LA DONNA CAZZUTA.


Oggi la torta si è rovesciata. Quella stessa di lunedì, che si pronunciava entusiasta sulla vittoria dell’Oscar de La Grande Bellezza, che indossava la maglia della nazionale (quanto mi piace quando la Santanchè dice sta cosa) lo ha finalmente visto su Canale5 (tranne quelli che avevano Sky, ma vabbé).
La torta già si inclinava nel pomeriggio di lunedì, quando qualcuno cominciava a storcere il naso perché non si ringrazia un drogato evasore. Mannaggia! Ieri pomeriggio quelli della fronda no-LGB-no dimostravano il loro disappunto dicendo che forse era meglio se davano Hiroshima mon amour, che quello sì che era un film memorabile. Sono le 21.21, circa cinque minuti dopo l’inizio del film, ed ecco che la gente si spoglia del tutto della già citata maglia e si riversa nei social per dire la sua lapidaria, critica e fondamentale opinione.
Vi volevo dire che vi invidio. Se questo è stato l’unico film che avete visto in cui “non ci ho capito un cazzo” “ma cos’è?” “io sto su Fb perché è una noia mortale” “non succede niente” “La vita è bella era tutta un’altra cosa”, non posso che congratularmi con voi per la vostra carriera da cinefili passata nella bambagia di c’è un tizio che incontra una tizia e allora si odiano ma poi si amano ma prima di amarsi per sempre lei scopre che lui ha un segreto ma poi lui le spiega tutto e allora si amano per sempre. Siete stati fortunati, come quelli che non hanno mai sofferto per amore. Beati voi o scema io che scelgo di guardare un sacco di film in cui poi sto delle mezzore a pensare cosa voleva dirmi, quale chiave interpretativa è la migliore.
Vi invidio perché siete inscalfibili e non vi mettete mai in discussione, perché passate dal Grande Fratello alla Grande Bellezza e avete sempre la lente giusta per comprendere a fondo tutto. Dopotutto, è la lente del pubblico (non partite con la manfrina e di chi sennò, uno fa un prodotto perché sia fruitooooo se la ggente non capisce fateve na domandaaaaa).
Infine, non ci crederete, ma in un sacco di occasioni che adesso non sto ad elencare, il premio (agli Oscar, il Miglior film straniero è praticamente quasi sempre questo) lo vince un film complesso, con tanti messaggi profondi, di un regista cambogiano o proveniente da un milieu disastrato da censure e guerre civili. Agli occidentali spesso piace fare gesti magnanimi del genere. Non è il caso della Grande Bellezza, anche se in effetti qualcuno potrebbe pensare che un po’ disastrati li siamo, ma era per far capire che di solito l’Oscar o la Palma d’oro non li vince Sole a catinelle, anche se poi lo vede mezza Italia (al cinema, e non in divano come è successo ieri sera).
Ad ogni modo, vi volevo rassicurare, è un film. SOLO UN FILM. Come quando correvate dalla vostra mamma in pigiamino e in lacrime le dicevate che avevate paura e che avevate fatto un incubo e lei vi diceva che era solo un sogno. State sereni.

lunedì 3 marzo 2014

PENSIERINO DEL LUNEDÌ DOPO LA NOTTE DEGLI OSCAR. (DORMIVO)


Un po’ di fatti. 
È sempre bello quando dopo due giorni di pioggia ininterrotta esce fuori un sole così. È meno bello quando i due giorni di pioggia ininterrotta sono il sabato e la domenica e il sole così esce il lunedì.
Mi sono tagliata i capelli.
Ancora una volta Leonardo di Caprio non ha vinto l’Oscar. Il suo problema è che ha una faccia intrasformabile, e poi ciccione lo abbiamo già visto mille volte e brutto o vecchio o donna c’avrebbe sempre la faccia di Leonardo di Caprio. (infatti Jared Leto ha vinto, si è finto donna è ha portato a casa la statuetta e adesso potrà urlare di soddisfatta gioia a tutti i concerti dei 30 seconds to Mars. Lo faceva anche prima, ma vuoi mettere?). Potrebbe provare a fare un cameo in cui muore dopo dieci minuti, potrebbe essere un buon cavallo di Troia per convincere quelli dell’Academy e magari riuscirebbe a vincere l’Oscar come Migliore attore non protagonista. 
La Grande Bellezza invece lo ha vinto e ora la popolazione italiana è divisa così:
40% gente che adora La Grande Bellezza da quando è stato nominato agli Oscar;
40% gente che adora La Grande Bellezza da stamattina, non lo ha ancora visto ma “indossa la maglia della Nazionale” (cit.);
18% gente che gli era piaciuto quando l’aveva visto al cinema e ora va in giro a dire “a me era piaciuto subito”;
2% gente della fazione “mi si nota di più se” che continua a non piacergli La Grande Bellezza (fronda hipster per Civati). *
Sto preparando un sacco di merchandising con i fenicotteri, contattatemi in privato se interessati. 
Le selfie dal palco di Ellen DeGeneres ci fanno capire che il mezzo non è il messaggio, che c’entrano un sacco di cose e infatti con Sarcìna Mcluhan avrebbe avuto dei ripensamenti. 
La selfie della Ellen DeGeneres dimostra che hai voglia a farti le selfie con i tuoi amici che poi c’è sempre uno che guarda per terra, chiude gli occhi, ha la smorfia che sembra spastico, quello sorride ma sembra paralizzato. Gli attori di Hollywood vengono bene come gli attori di Hollywood.
Paolo Sorrentino che trolla Martin Scorsese ringraziandolo è un bel momento. 
Paolo Sorrentino quel discorso se lo sarà ripetuto dieci volte in camera d’albergo come facevo io con la mia tesina, senza però modificare la pronuncia à la “mio zio acquisito di Pozzuoli che parla inglese”. Per giustificarlo ho pensato che volesse omaggiare Federico Fellini. 
Matteo, insegna a Paolo ad andare a braccio nei discorsi, alla mano in tasca ci pensiamo poi. 

*potrebbe esserci qualcuno a cui sinceramente e francamente non è piaciuto senza far parte di alcuna fronda. Sì, ma che palle.

giovedì 6 febbraio 2014

IL PARTITO "MOLLIAMO TUTTO E APRIAMO UN CHIRINGUITO AI TROPICI" STA AL 21,4%



Io lo voglio stendere un velo pietoso su quella storia di Grillo che chiede ai suoi follouerz “ma se vi trovate in macchina la Boldrini cosa fate?”. Ci vuole un velo grande, uno perché è una grande cazzata e due perché andrebbe steso anche su quella storia di @byoblu, che non è un’acqua minerale ma il responsabile comunicazione del Movimento 5 stelle, uno che magari presto c’avrà tanto tempo libero e vi capiterà di trovarlo seduto al bancone di un bar. Lo riconoscerete perché per abbordarvi userà la tecnica “Sei così bella che ti stuprerei”. Ve lo dicevo io, che era meglio se stendevo un velo pietoso.
Un giorno ci chiederemo se il dibattito politico, se l’agognato “oltre” sia davvero questo. E per questo intendo anche social network infarciti di conclusioni tanto al chilo, giornali, telegiornali e talk show la cui scaletta è lui ha detto così e allora lui gli ha risposto con un tweet che diceva colà e allora lui (continuate voi, le elementari le abbiamo fatte tutti, credo). Ho questa idea controcorrente che i “potenziali stupratori” non li abbia inventati né il web né Grillo e nemmeno la pubblicità di Intimissimi. Non penso neanche che una volta l’Italia era popolata solo da gente civile ed educata, che queste cose non le diceva nemmeno a un addio al celibato al night club Mille lire. Non penso nemmeno che tutto questo sia da liquidare con un’alzata di spalle, semplicemente non vorrei parlarne ora. Penso piuttosto che siamo di fronte a un continuo guardare il dito quando sarebbe il caso di dare una veloce occhiata a quella roba lì che luccica, lì, come si chiama, dai ah sì ecco, la Luna. Anche se in effetti Di Battista che urla a Speranza “gli avete rubato il pane a questa gente” è una roba bellissima.
La notizia è che il discorso da bar c’è sempre stato, come le battutine sessiste. Il problema è che il discorso da bar (e a quanto pare anche le battute sessiste) si sta istituzionalizzando, sta diventando l’unico dibattito politico. Molti talk show lo riproducono alla perfezione, scegliendo bell’apposta i temi peggio e la gente peggio con il risultato di un happening dadaista (Paragone se ti fischia l’orecchio è vero, qualcuno sta parlando di te). Quel che è peggio è che pure molti partiti riproducono il Bar Sport. E questo da molto tempo, più o meno da quando la gente non si è più sentita parte di un’ideologia, nemmeno per sentito dire. Perché spesso la gente era democristiana perché la Dc vinceva o perché il padre lo era. È così che in molti si son ritrovati pure interisti, per dire.
La Luna è questa. In Italia la gente che al bar bevendo un gingerino dice “ma vedi questi politici che non fanno una fava e io mi sono alzato alle 5 di mattina” c’è sempre stata. Ora sono certamente molti di più, ma indignarsi per questo ha davvero poco senso. Sono molti di più perché da una parte la politica ha perso il contatto con la realtà, e dall’altra, complice crisi-casta-web, questo discorso è diventato politica a sua volta. Sia chiaro, da quando le ideologie sono state spazzate via, il discorso sempliciotto si è travasato un po’ in tutti i partiti, ma è innegabile che i cosiddetti “movimenti di protesta” lo incarnano più di tutti. La Lega lo ha fatto e continua a farlo (non a caso ora il suo spauracchio è il M5s), Forza Italia ha inventato una nuova ideologia epica dello Straitaliano contro le forze del comunismo, il Partito democratico per smarcarsi dalla protesta, dalle ideologie e da chi gli diceva che erano tutti comunisti si è trovato per anni col cerino in mano. Ma se da una parte la Lega è fortemente caratterizzata geograficamente e sintomo di uno spaesamento di un intero territorio di fronte al nuovo, se Forza Italia punta su un leader che nonostante tutto fatica a sostituire e il suo elettorato è ormai molto definito e fonda sulla parte più “anziana” dell’Italia, per il Movimento 5 stelle il discorso è completamente diverso. Oggi il Movimento 5 stelle cavalca la protesta e il discorso da bar, anche attraverso le sue modalità di decisione. Chiederlo alla base non è molto diverso da “sentiamo cosa dice laggente” di Del Debbio a Quinta Colonna.
Un partito, o meglio un movimento che fa discorsi del tipo “devono andare tutti a casa”, “sono tutti ladri”, “i partiti devono smettere di esistere”, “con la legge elettorale non si mangia” “io questi discorsi da politico non li voglio neanche sentire” non è un fantastico non-sense visto che il gioco è lo stesso anche per loro? Intanto, il M5s continua a comportarsi da movimento e non da partito, da istituzione, quindi forza, lacera, marca le differenze, convinto (e convincendo gli altri) che gli “ITALIANI!” sono con lui. Pesca su quello che ormai hanno tutti e in pochi sanno usare. È pieno il mondo di persone che pensano di informarsi liberamente perché sono connesse, e per connesse si intende a Facebook e per informarsi liberamente si intende aprire il link di un blog a caso senza controllare la minima fonte. Il blog a caso pubblica notizie vere perché non è una testata della casta e del potere. Eh. Il Movimento 5 stelle pesca dappertutto (andate a parlare di politica dal vostro salumaio, al bar o alla fermata del bus, persino con un amico che non vedete da tempo), ma soprattutto su una base giovane, che davanti ha un futuro bigio, senza speranze, che vede le stanze del potere lontane e occupate dalle generazioni più vecchie che poco fanno per rendere meno bigio il suo avvenire. E se anche iniziassero a fare qualcosa non mi pare che la soluzione potrà essere così immediata. Ma hanno il polso di questa situazione mentre si stracciano le vesti sui toni esasperati e sulle spinte eversive? (spesso esasperati da loro stessi, anche solo continuando a parlare solo di questo, sempre) Un diciottenne che va a votare per la prima volta spesso vota male, nel senso che dieci anni dopo dirà “pensa che una volta ho votato Radicale perché mi fumavo le canne”. Ma è innegabile che quella piccola parte del cervello destinata a “voto/politica” inizia a formarsi (a volte già da prima, wow!), proprio su queste basi. Se la base della nuova politica è l’antipolitica (non è bellissimo?), tutti a casa, zombie, morti viventi, dovete morire tutti, fra dieci anni sarà davvero così facile liquidare il M5s come una sbornia collettiva e torniamo ai valori della buona politica, dell’europeismo e del confronto democratico? Pensate davvero che in un Paese dove non si è coltivato nulla per vent’anni e più (do you remember meritocrazia? Istituzioni? Futuro? Piano di sviluppo economico e sociale?) questa insofferenza sia così riassorbibile? Pensate davvero che una cosa così pervasiva a più livelli del vivere civile, che non è solo un fare una ics e vaffanculo ma una vera e propria visione del mondo, dato che poi il mondo ora come ora non penso regalerà frigoriferi e contratti a tempo indeterminato a chi in questo momento si sta guardando le mani o semplicemente sta per iscriversi all’università? Io mi auguro che abbiate ragione voi che siete così rilassati. 

I have a dream. Io non voglio che chi voto sia come me, che se io rutto lui siccome è bravo l’unica cosa è che rutta più forte. Io non voglio che si diffonda l’idea della copia carbone società/classe dirigente, perché così non è più finita, ve ne rendete conto, spero. Io voglio uno bravo, da stimare, da ascoltare e magari in alcuni casi non capire quello che sta dicendo perché io non parlo delle cose che non conosco, ma ascolto chi le conosce. 
Concludo tirando in ballo un tema tanto caro, a quanto pare a tutti: la democrazia. Che tutti sembrano difendere ma forse è interpretabile pure questo. La difendono pure quelli che vanno in giro a dire uno vale uno però poi mi dicono che se ci sono ancora “questi elementi in Parlamento noi non discutiamo con nessuno perché devono andare tutti a casa subito e lo devono capire con le buone perché gli italiani non hanno più pazienza”, dimenticando che anche quegli elementi sono frutto di un voto altrettanto democratico e più o meno effetto del tanto agognato uno vale uno. Per cui, CITTADINI, come amate farvi chiamare, se io voto che so, Giorgio la Malfa, e con me ci sono tanti italiani che vogliono bene a Giorgione, mi dispiace, ma vi dovete tenere anche quella mummia di Giorgio la Malfa o come lo volete chiamare. Vi chiederete perché, non sapete quante volte me lo chiedo io con voi, ma è la democrazia.

mercoledì 19 giugno 2013

TORNERÀ UN ALTRO INVERNO E NON TRASMETTERANNO "SCOMMETTIAMO CHE?"


Tutta colpa dello zapping in una sera della prima settimana di caldo estivo, quello vero, che ti incolla al divano e ti fa andare da Picard a comprare molti gelati e, inspiegabilmente, rende anche plausibile l’idea di friggere delle polpette tonno e zucchine.
Stavamo lì, incollati al divano, a lottare con le batterie del telecomando quasi scariche e con il segnale del digitale terrestre, che, me tapina, non fa vedere i canali Mediaset.
Inizia già a serpeggiare la loffia programmazione estiva. Ci sono le repliche di telefilm il cui protagonista se non è ancora morto ha comunque il triplo dei tuoi anni. Ci sono le ancora più esecrabili repliche di fiction che già rattristivano in “Prima tv assoluta” o su Rai Premium. Ci sono le repliche di programmi tv inizialemente trasmessi in seconda serata promossi in prima per il caldo. Ci sono gli ultimi strascichi della stagione invernale. Ballarò che invita fiori fiore di economisti che si fanno le stesse domande che ti fai tu al posto di dare delle risposte, come invece ti aspetteresti tu; Piazza Pulita, il suo attaccamento da stalker ai grillini e le battute dell'ospite Mentana a cui gli ospiti ridono per non incrinare la lunga amicizia che li lega al giornalista che ora sfoggia un Nokia 3310 per rimarcare il fatto che lui è uscito da Twitter e pure con gli smartphone non vuole avere niente a che fare. Ci sarà, verso agosto, l’immancabile La mano nella culla. E poi ci sono i format estivi, quelli dove si riciclano le palesi seconde scelte di un già poco incoraggiante parco presentatori invernale. Tipo Pino Insegno. Tipo Teo Mammuccari, che lavora sempre rendendo evidente che starebbe meglio a seguire da vicino il corso delle stagioni zappando la terra.
Tutta colpa dello zapping estivo e di un’insperata epifania. Improvvisamente si vede Canale 5. Improvvisamente scopro questo programma: Jump. Stasera mi tuffo. Arrivo quando una tal Cecilia (famosa) sta per tuffarsi con tal Luigi (non famoso). Lei ha un costume a balconcino che le tiene su un seno che così si era già visto mille volte. Lui molti peli, pochi capelli e dei pantaloncini in perfetto pendant con il suo incarnato lattiginoso. Segue inedita battuta di Mammuccari sull’aspetto fisico di tal Cecilia.
Scopro che, giustamente, c’è una giuria che dà un voto ai tuffi di queste pazze pazze coppie. È composta dal presidente logorrea Bonolis, Anna Paola Concia che probabilmente sta seguendo l’esempio di Renzi e si palesa in trasmissioni Mediaset per conquistare l’elettorato laico e progressita che però è schiavo di Sentieri, Alessia Filippi ex nuotatrice che segue le orme Pellegrine, ahinoi Giorgio Cagnotto e tal Mr Ok il rapper giusto per lui e per lei che invece è uno che ama tuffarsi sul Tevere (esticazzi).
Quando la nostra pettoruta Cecilia che - ehi non sapeva nuotare! Che prova di coraggio! - presenta il tuffo, io ovviamente non capisco una mazza, ma mi fido dell’unico che credevo avesse una credibilità nella giuria, Cagnotto, che lo definisce “un tuffo di una difficoltà enorme, quasi un olimpionico, che nasconde molte insidie”. Io penso cazzarola. Cecilia e Luigi si dirigono verso il trampolino dei 5 metri, a quel punto lei inspiegabilmente indossa una mini gonnellina di paillettes nera, si preparano e ripassano i movimenti insieme. Io intanto mi domando come possa venire in mente a delle persone sane e di robusta costituzione di fare un programma televisivo del genere, che in confronto Beato tra le donne era un sogno. La coppia di tuffatori si posiziona di spalle all’acqua e penso a cosa non si fa pur di trovare gli spicci per passare l’estate con il bungalow a fianco dei paparazzi di Vero a Formentera. 1-2-3-4 tuffo (ma non era 1-2-3?). Praticamente si sono buttati a chiodo, ma di spalle. E il tal lattiginoso Luigi è riuscito ad arrivare in acqua in diagonale. Le tette di Cecilia chissà dove saranno finite.
Ho cambiato canale, ho dato un occhio a Nigella su Real Time che penetrava un pollo con mezzo limone e una pianta di rosmarino, alla Prestigiacomo che accusava Giannini di essere “scandalosamente di parte”, a Pippo Baudo incanutito che parlava di qualcosa.
Oggi però mi sono documentata. Credevo che Jump avesse solo concorrenti stra-gnocche e che il tuffo fosse solo un pretesto per tenersele per delle ore in bikini (classica mise da tuffo olimpionico, tra l’altro) con in più la televisiva accoppiata Pupa-Secchione e il gioco da casa balistica-tuffo-traiettoria-tette e invece non è così: oltre alla succitata Cecilia, a Maddalena Corvaglia e ad Anna Falchi c’è anche la "stupefacente" e curvy Nadia Rinaldi. Per la categoria uomo bollito abbiamo invece l'imbarazzo della scelta: Ciccio Valenti, Enzo Salvi, Bruno Cabrerizo e Stefano Bettarini.
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