mercoledì 5 marzo 2014

VE LA MERITATE, LA DONNA CAZZUTA.


Oggi la torta si è rovesciata. Quella stessa di lunedì, che si pronunciava entusiasta sulla vittoria dell’Oscar de La Grande Bellezza, che indossava la maglia della nazionale (quanto mi piace quando la Santanchè dice sta cosa) lo ha finalmente visto su Canale5 (tranne quelli che avevano Sky, ma vabbé).
La torta già si inclinava nel pomeriggio di lunedì, quando qualcuno cominciava a storcere il naso perché non si ringrazia un drogato evasore. Mannaggia! Ieri pomeriggio quelli della fronda no-LGB-no dimostravano il loro disappunto dicendo che forse era meglio se davano Hiroshima mon amour, che quello sì che era un film memorabile. Sono le 21.21, circa cinque minuti dopo l’inizio del film, ed ecco che la gente si spoglia del tutto della già citata maglia e si riversa nei social per dire la sua lapidaria, critica e fondamentale opinione.
Vi volevo dire che vi invidio. Se questo è stato l’unico film che avete visto in cui “non ci ho capito un cazzo” “ma cos’è?” “io sto su Fb perché è una noia mortale” “non succede niente” “La vita è bella era tutta un’altra cosa”, non posso che congratularmi con voi per la vostra carriera da cinefili passata nella bambagia di c’è un tizio che incontra una tizia e allora si odiano ma poi si amano ma prima di amarsi per sempre lei scopre che lui ha un segreto ma poi lui le spiega tutto e allora si amano per sempre. Siete stati fortunati, come quelli che non hanno mai sofferto per amore. Beati voi o scema io che scelgo di guardare un sacco di film in cui poi sto delle mezzore a pensare cosa voleva dirmi, quale chiave interpretativa è la migliore.
Vi invidio perché siete inscalfibili e non vi mettete mai in discussione, perché passate dal Grande Fratello alla Grande Bellezza e avete sempre la lente giusta per comprendere a fondo tutto. Dopotutto, è la lente del pubblico (non partite con la manfrina e di chi sennò, uno fa un prodotto perché sia fruitooooo se la ggente non capisce fateve na domandaaaaa).
Infine, non ci crederete, ma in un sacco di occasioni che adesso non sto ad elencare, il premio (agli Oscar, il Miglior film straniero è praticamente quasi sempre questo) lo vince un film complesso, con tanti messaggi profondi, di un regista cambogiano o proveniente da un milieu disastrato da censure e guerre civili. Agli occidentali spesso piace fare gesti magnanimi del genere. Non è il caso della Grande Bellezza, anche se in effetti qualcuno potrebbe pensare che un po’ disastrati li siamo, ma era per far capire che di solito l’Oscar o la Palma d’oro non li vince Sole a catinelle, anche se poi lo vede mezza Italia (al cinema, e non in divano come è successo ieri sera).
Ad ogni modo, vi volevo rassicurare, è un film. SOLO UN FILM. Come quando correvate dalla vostra mamma in pigiamino e in lacrime le dicevate che avevate paura e che avevate fatto un incubo e lei vi diceva che era solo un sogno. State sereni.

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