giovedì 28 febbraio 2013

DELLA SIGNORINA SILVANI, O DELLE ELEZIONI 2013

Anche se tanti credono che la politica sia razionalità, sia decidere il lunedì chi è meglio votare pensando all’asta dei btp del mercoledì, per fortuna o purtroppo non è sempre così. La politica infatti ha i piedi ammollati nell’umore, nella passione, nel cuore (e nella pancia), e come dice sempre mia nonna, i piedi sono quelli che meglio di tutti diffondono il freddo (o il caldo) a tutta la persona.
Il risultato elettorale di lunedì sera ha molto a che fare con tutto questo, soprattutto quei numeri enormi che hanno consacrato il MoVimento 5 stelle. A parte che quella V maiuscola non l’ho ancora capita (starebbe per il vaffa-day?), mi sono impegnata per capire altro. All’inizio ho avuto un piccolo e goliardico sospetto, che Grillo fosse Berlusconi travestito (in questi ultimi anni qualcuno li ha mai visti nella stessa stanza? Perché repellere le tv quando B. le navigava a colpi di pagaia e ora invece che B. non si vede più da venerdì –a parte un videomessaggio preregistrato, mi sta facendo preoccupare - Grillo e i grillini sono in mondovisione? Non suona sospetto il forfait di Napoli per una congiuntivite che sa tanto da il cane mi ha mangiato i compiti proprio quando Grillo si apprestava a riempire la storica Piazza San Giovanni a Roma? 3 indizi in un poliziesco qualsiasi farebbero una prova grande così). Ma non mi sono fermata qui e sono andata oltre.
È da giorni che a casa, per strada, da sola, parlo di questa cosa. Verranno a chiederci della nostra presenza sul territorio. Come mai? Perché? Dov’eravamo? Cosa vuole questo Movimento? (basta con le v maiuscole, è una fatica). Arrivare al 100%. Mandarli tutti a casa. Uno vale uno. È finita, è finito tutto (tutto cosa?). Decidere legge per legge cosa votare e cosa no (ma la fiducia, la formazione di un governo, prima, no? Vabbè, ci piacciono perché sono nuovi e non hanno le mani in pasta). E allora capisco perfettamente perché uno li ha votati, capisco un po’ meno perché loro si sono fatti votare (gente candidata ed eletta perché ha preso 30 voti alle famose web-primarie, padri e figli eletti insieme, cose che se le faceva il Pd stavamo lì a tirargli le coste di sedano, ma è la base internauta e quindi ci va bene), non capisco invece dove abbia intenzione di dirigersi il timoniere di tutta questa bella crociera 5 stelle.
Il fatto è questo. Ce ne sono molte di quelle coppie di sessantenni andanti in cui lei ha raggiunto il nirvana tra il divano e l’acquaio dei piatti e lui è solo quello che corrisponde all’etto e mezzo di pasta che ogni giorno esce da una delle scatole di cartone blu che prende al supermarket. Ecco. Lui vorrebbe qualcosa di più, perché tutto sommato alla Rita ci è affezionato, magari la ama pure e non la vuole mica lasciare, anche perché chi glielo prepara poi quell’etto e mezzo di pasta, mica se lo sa cucinare da solo. E viene il giorno in cui si innamora di una collega. Non è proprio innamorato e lui sotto sotto lo sa, ma inizia a ringalluzzirsi lo stesso. Anche lui era un po’ grigio e dimesso ma all’improvviso riscopre che sotto l’addome ci sono gli addominali e che le camicie prese su Vestro possono rimanere nel cassetto per prenderne qualcuna nel negozio del centro, con un filato più pregiato, che stanno meglio addosso. E anche quell’acqua di colonia si può pure cambiarla, magari con un eau di toilette di quelli delle profumerie. La collega non è che sia questo granché. È pure mezza isterica perché è separata da otto anni e comincia a sentire il peso dell’età, quella che non può più nascondere, ma siccome c’ha ancora un bel paio di tette punta su quelle e slaccia sempre il secondo bottone della camicia, civettuolo. Lei mica è scema, li nota, li vede tutti questi cambi di camicia e di profumo e che a pranzo lui lascia sul carrello il puré e prende i fagiolini cotti al vapore. Ecco, una sera qualsiasi, di un giorno qualsiasi, questi due finiscono per andare a letto, con la scusa di fare tardi per chiudere il bilancio annuale.
Lui torna a casa e si sente una merda, lei torna a casa e dice la moglie non la lascerà mai e meno male. Lui una sera, dopo qualche giorno passato a scrivere fogli excel pieni di errori di forma e di ortografia e qualche notte passata a guardare il soffitto e i numerini luminosi della sveglia, gli dice tutto a Rita. Rita inizialmente reagisce male e attacca un pianto sommesso e nervoso, ma poi si tranquillizza e guarda la sua maxi giacca in pile e le pattine. Lui le dice che la ama ma che la vorrebbe più partecipe, che non vuole essere solo un etto e mezzo di pasta nell’economia quotidiana della spesa. La vorrebbe più donna, più moglie e che lui qualche volta aveva provato a dirglielo, ma lei non ci voleva sentire, anzi diceva sssh che Carmen Russo ha appena partorito e non sento quanto pesa la bambina. E Rita improvvisamente ricorda. Ricorda tutte le volte in cui lui ha provato a sfilarle il pile e che lei si è alzata dal divano per controllare che non si bruciasse lo spezzatino. Ricorda quando lui le parlava e lei alzava il volume. Ricorda quando le chiedeva di uscire ma lei non aveva voglia e poi doveva stirargli i pantaloni di velluto a coste per il giorno dopo. Rita capisce e prova a cambiare e spera che non sia troppo tardi.
Il Movimento 5 stelle è la collega con la camicia slacciata. È lì, è carino, arriva proprio quando sembrava che non si potesse farcela più. Dice e sembra dare tutto quello che abbiamo provato a chiedere ai nostri partiti, quelli veri, ma loro hanno sempre girato la testa da un’altra parte, non hanno capito cosa serviva, cosa ci mancava, per anni. E qualcuno ci casca e va con la collega, vota Movimento 5 stelle, che però concretamente non da nulla o da poco, perché non sa cosa dare davvero e perché nella storia non ha il ruolo di quello che deve dare davvero qualcosa. Non è né il principe azzurro né “il giovane” dei western. Il ruolo del Movimento è quello di far capire alle mogli, ai partiti, che così non si va avanti, che la misura è colma, nel caso non l’avessero ancora intuito, perché è di questo che parlano in soldoni, se tralasciamo le scie chimiche e che non siamo mai andati sulla Luna. Ecco, bisogna che lo capiscano e che lo facciano velocemente, perché lo sanno tutti che quelli più fragili ci sono sempre e sono quelli che finiscono per innamorarsi davvero, e per soffrire dieci volte di più. Devono cambiare velocemente perché i tempi della società con le sue interconnessioni sono più rapidi di quelli di una coppia e oggi la pazienza, quella di tutti, ha l’asticella sempre più bassa. Perché se le mogli iniziano a non capire più cosa vogliono i mariti, finisce che le amanti non sappiano più che cosa fare.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

ecco un'altra del pidì che fa le metafore.

Teresa Bellemo ha detto...

Il tema non è il Pd, vale per tutti i partiti che insieme hanno perso 16 milioni di voti. O almeno per quelli che perlomeno hanno sempre provato ad avere un seppur minimo legame con la loro base elettorale.

Anonimo ha detto...

certo certo, vi brucia a voi comunisti il successo del grande beppe eh? TUTTI A CASA!

veronica ha detto...

"Il grande beppe" Quanto senso di appartenenza fa una classe politica? L'argomentazione può avvenire senza inveire su controversie qualunquiste? Mi scusi, signor anonimo, io credo fermamente che non sia una questione di intelligenza, che per carità avranno sicuramente tutti gli schieramenti politici. Credo sia una questione di cultura. Questo post è stato ben scritto, e ha fatto ben il suo lavoro di opinione, per quel che mi riguarda a casa io ci sono già. E lei? Veronica

Anonimo ha detto...

ancora con questa storia dei comunisti.
pidiellini diventati grillini, che bomba.

dalla padella alla brace.

m

Anonimo ha detto...

sisi parla parla che tanto poi con tutte ste parole non riuscite a vincere nemeno delle elezioni gia vinte, ora ci pensa beppe a mettervi in riga, altro che fiducia! Torniamo ha votare e governiamo noi! dove non è arrivato il primo Bossi arriverà Grillo! E' FINITAA!!

Anonimo ha detto...

ommioddio, un leghista diventato grillino.
abbiamo visto tutti la fine che ha fatto bossi, pure il primo. uno che ha fatto comunella col peggio del peggio della politica italiana degli ultimi 20 anni. complimenti.
e peccato che non sia grillo a doverci mettere tutti in riga, in quanto megafono di un movimento di cittadini, ma forse ho travisato il suo messaggio da tre anni a sta parte, 'sti comunisti che non capiscono mai nulla.
su una cosa c'hai ragione, è finita. ma non perché arriva grillo, perché non ne veniamo fuori. e ce lo meritiamo.

m

Anonimo ha detto...

La simpatica macchietta grillina e vetero leghista che ha commentato, altri non è che la personificazione di una simpatica cassiera che questa mattina insultava una signora rumena per un motivo che non ho colto. Spalleggiata da altri clienti oltre ai "classici" insulti "torna a casa tua" "vieni qui a rubarci il lavoro" "non puoi che fare la puttana" "troia russa" ecc. ecc. ha chiuso la sua simpatica invettiva con un "ma guarda come è ridotto 'sto paese meno male che adesso c'è grillo che mette in ordine le cose".

C'è poco da prendere per il culo la futura onorevole di 25 anni che non sa quanti sono i senatori o fare i fighetti perchè il futuro senatore non sa dell'esistenza del voto di fiducia. secondo me la base calda conquistata da grillo qui al nord (ma non solo) è composta da un bel po' di spazzatura sociale(si lo so con questo termine sembro un radical chic veteroveltroniano che non vince mai le elezioni). Gente che ha sempre votato lega e berlusconi e che lo stesso berlusconi, a causa della brevità della campagna elettorale, non ha fatto in tempo a riconquistare.

Via amo tutti
n.