venerdì 31 agosto 2012

WHY MANGO?

«Oh, l'altro giorno sono andato al cinema». 
«…» 
«No, davvero, ho visto una cosa epica... Mercenari due. Non avete idea». 
«…» 
«Ma un film assurdo, tipo che a un certo punto c'era Sylvester Stallone in aereo. E tu dici, vabbé. E invece lui al posto di atterrare si schianta al suolo. MA SENZA MOTIVO! Cioè, nessuno glielo avevo chiesto, si è semplicemente voluto schiantare. E poi sai, con quella faccia tipica da Stallone, scende beato e tutto compiaciuto va da Schwarzenegger e gli dice “Eh, questo aereo dovrebbe stare in un museo”». 
«…» 
«MA TUTTO SENZA MOTIVO! E poi tipo a un certo punto c'è una sparatoria e all'improvviso arriva anche Chuck Norris. MA NESSUNO LO AVEVA CHIAMATO! Prima non c'era stato nessun contatto, o presentazione. Semplicemente, mentre questi sparano, arriva Chuck Norris». 
«…» 
«No, non potete capire che film è Mercenari due». 
Che poi a volte sembra che serva Parigi o una di quelle città che non ci sono appartenute. E invece sorridevo anche qui. Sorridevo mentre scendevo Strada Maggiore su una bici comprata tre giorni fa da un tossico per cinque euro, incrementando il consumo di droghe pesanti tagliate male. Sorridevo anche qui, mentre fino a qualche ora prima tutto mi sembrava estraneo e continuavo e desiderare il mare e gli sguardi conosciuti, gli alfabeti imparati e condivisi dopo anni di fatiche e di lavoro di lima. E li voglio ancora e non li baratterei per nulla al mondo, s'intende. Ma sono qui. Sono sola e fino a due giorni fa avrei pianto per poco, per il ciclo e per l'inesorabile che pareva venirmi addosso e io che non avevo nemmeno un ombrello con cui illusa potermi riparare. E invece sorrido anche qui e mi ritrovo addosso una di quelle facce ebeti che vedi certe volte nei film e ti chiedi quale pessima scuola di arte drammatica possa avere fatto quell'attore che se la porta dietro, ignaro ma fiero. Sorridevo in bicicletta e anche mentre mi rendevo conto di quanto poco basti per sentire la vita che pulsa. Fermarsi a mangiare un gelato in Piazza Maggiore e una bambina vestita e acconciata meglio della Blonde Salad. Ma mille volte meglio. Pensare che il gusto mango di Grom non è tutto questo granché come lo descriveva il solito esagerato del Parucca. Pensare che invece sono sempre delle buone basi a rendere tutto migliore e ad esaltare gli accessori, come il fiordilatte. Che stanno sempre lì a fare il lavoro sporco mentre nessuno le valorizza mai abbastanza. Sorridevo mentre mi rendevo conto che i momenti giusti ed improvvisi perché succedano le cose belle non esistono soltanto nei film, come Sliding doors o come quelle facce ebeti di prima, ma esistono anche nella realtà. Nel bere Forst da 0.20 dopo un sacco di silenzio, dopo un sacco di tempo che è passato ma che stasera pareva proprio di no, parevano giorni e invece sono anni. Esistono anche nel cliché dell'essere sistematicamente interrotte da abbordatori del quarto tipo e nel sentire la voce di mia madre che sembrava quasi commossa dai miei racconti belli. Nei rutti fragorosi di quel tizio che raccontava di Mercenari due, nella sua tshirt con su scritto free kiss e nel mio non riuscire a trattenermi dal ridere anche se me ne stavo da sola mentre parlava di sparatorie e Chuck Norris. E intanto stavo lì, con una coppetta mango e fiordilatte.

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