giovedì 5 gennaio 2012

CORTINA, INNOCENTI EVASIONI.

C'è questa storia degli ispettori dell'Agenzia delle Entrate a Cortina il 30 dicembre scorso. E fin qui, si dirà, tutto bene, non ci sarebbe nulla di cui stupirsi. La mole di ispettori - ottanta – potrebbe, al massimo, incuriosire. Accade poi che si divulghino i dati della sortita. Non mi metto nemmeno a riscriverli tutti, si possono trovare qui oppure qui. Rapidamente, sono state 251 le auto di grossa cilindrata controllate. Delle 133 intestate a persone fisiche, 42 appartengono a cittadini che hanno dichiarato meno di 30 mila euro lordi di reddito; delle 118 intestate a società, 19 di quest'ultime nel biennio 2009-2010 hanno dichiarato di essere in perdita e 37 hanno dichiarato meno di 50 mila euro lordi. Altra nota colorita del report, i controlli effettuati su una porzione di 35 attività commerciali (a Cortina sono circa 1000) hanno rilevato incassi record, almeno paragonati allo stesso giorno del 2010. I ristoranti hanno registrato un aumento del 300%, i commercianti di beni di lusso del 400% e i bar, poracci loro, soltanto del 40.

Che dire, dunque? Bravi, complimenti, bis? Ma certo che no, questo accadrebbe forse in un paese normale. Qui si trova il tempo di sentire la Santanché tuonare contro l'uso ideologico del controllo fiscale, Stracquadanio sostenere che questo è pizzo di Stato, la Gelmini chiedersi ma perché scegliere proprio il periodo di Capodanno. Ma certo, perché non un più sobrio venti di novembre? Per non parlare del sindaco di Cortina, che descrive l'operazione come Hollywoodiana e mediatica e degli stuoli di vip che son lì a stracciarsi le vesti perché con la crisi sono loro a sentirsi i capri espiatori. Intanto, Cicchitto parla di operazione propagandistica, forse trovando analogie con uno dei tanti coup de theatre di un suo caro vecchio leader. Tu dici, beh, tutelano i loro interessi, elettorali o di patrimonio. La gente normale sarà tutta a battersi il cinque, seppur con il portafoglio sempre meno pieno. O proprio per questo. Invece no. Anche tra di loro c'è chi si lamenta, che descrive la cosa come di cattivo gusto, un attacco alla privacy e alle attività economiche che mai come in questo periodo soffrono e aspettano le feste per tirare un respiro di sollievo. Qui si fa terrorismo, si fa scappare tutti, il prossimo anno se ne andranno tutti a St Moritz, dicono amareggiati.

Il nostro è un paese bislacco. Mentre tutti parlano di crisi, di tassazione esagerata, l'evasione fiscale si stima che corrisponda al 18% del Pil. Il nostro è un paese bislacco, tanto che si giudica la bravura e la professionalità di un commercialista sulla base della sua capacità a dribblare imposte e balzelli. Mentre vengono scovati degli evasori, la gente, politica compresa, trova pure il tempo per criticare l'operazione. È come se a ferragosto si beccassero dieci bande di ladri d'appartamento e i ladri rilasciassero dichiarazioni lamentando che insomma, a ferragosto le case sono tutte vuote, stanno tutti in vacanza, manco in questo periodo mi fate fare il mio lavoro? Voi direte, i ladri sono dei criminali, che c'entra? Mentre chi evade non lo è? Un ladro può rubare una macchina o svaligiare una casa. Quanti sono i danneggiati? Uno? Due? Dieci? Chi evade non ruba invece all'intera comunità e in particolare a chi possiede di meno? Ci si giustifica dicendo che la pressione fiscale è troppo alta. Sapessero per i dipendenti, loro che le tasse le devono pagare per forza, quanto lo è. Sapessero che in buona parte è anche colpa loro se è così alta. Ci vorrebbe una tassazione all'americana, dicono quelli costretti ad evadere. Ci vorrebbe un controllo fiscale all'americana, rigido e sistematico, ci sarebbe da aggiungere. Nonostante tutto, sembra strano, ma nel nostro paese evadere non è ancora considerata una colpa, piuttosto una furbizia, anzi, a sentire chi si è lamentato del blitz di Cortina è quasi un favore all'economia in crisi. A sentir loro è la lotta di classe, l'invidia per la ricchezza a produrre questi controlli. Come siete meschini e rosiconi, è Capodanno, orsù, fatemi stappare il mio Veuve Clicquot.

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