domenica 4 luglio 2010

VODAFONE E TIM IS THE NEW MONTECCHI E CAPULETI

I turisti di giugno vestono male e vestono peggio quando li sorprende il nubifragio. Quando non sanno cosa fare nei loro temporanei mini appartamenti, dove forse c'è la tivù ma alla tivù fanno solo le repliche di Forum. Quando smette di piovere ed escono timidi, che non sanno dove andare, che c'è freddo e hanno solo una felpa di fortuna che non pensavano nemmeno di mettere. Ci sono pure i nonni coi turisti di giugno. I nonni che spingono carrozzine e chiacchierano sotto l'ombrellone, che si guardano intorno nell'unico giorno di sole della loro unica settimana di vacanza in un anno. Calzini bianchi, marsupi del Pulisecco da Lorella e occhiali dorati. Negli hotel a due stelle bambini annoiati giocano a uno ma vorrebbero costruire vulcani e castelli sulla spiaggia.

Li vedo accadere, i turisti di giugno, persi come i miei occhi. Come i miei occhi di quando non vedo la luce fuori dal tunnel e non so cosa si fa in questi momenti, mi mancano i manuali e ricordi da consultare e ti guardo e spero che magari ti viene un'idea che ci indica la strada per il mare, che è qui vicino e lo sentiamo ma continuiamo a tenere i piedi in questo stagno dove non ci sono neanche i grilli. Per sentire i grilli accendo l'ipod. Nel turbocapitalismo la fauna è elettronica e dura 8 minuti e 57.

Ho preso un quaderno per scrivere tutto, per non perdere niente, ma è ancora lì, dentro il sacchetto e non riesco a capire se è lì perché non c'è niente da fermare o perchè è il solito panico da pagina bianca o da quaderno troppo bello che a scrivere cazzate si sciupa o che sono solo pigra e di qui non se ne esce. Come quando progetto fughe e mondi possibili, piani da realizzare buoni per un futuro di sorrisi e senza sensi di colpa, un futuro con un sacco di risposte buone alle vostre domande di circostanza. Ma è da quando ho cinque anni che penso ecco adesso inciampo e cado davanti a tutti e tutti ridono. E adesso, con i tacchi, stare in piedi e non inciampare è ancora più complicato. Come tenere chiuse le scatole e non tentennare mai, anche quando i nostri occhi si incrociano e parliamo che sembriamo due persone qualunque. Ma lo sappiamo che non è così ma non ce lo diciamo e fingiamo naturalezza.

Eravamo più sereni un tempo, quando rubavamo le biciclette, quando ci sequestravano il motorino, quando tutti volevano andare a vivere a Londra anche se sembrava che piovesse solo per noi. Ma ci bastavamo e i falò riuscivano bene perché non avremmo mai voluto, nonostante tutto, buttare fra le fiamme una parte di noi. E nelle foto ridevamo perché il domani ci sembrava ancora più bello dell'oggi.

L'amore ai tempi della crisi si sceglie per operatore telefonico. È tutto intorno a te ma se ne sceglie comunque una parte. Quella gratis.

2 commenti:

un ammiratore sconosciuto ha detto...

torno sempre volentieri qua. stavolta più volentieri del solito. e non sono la persona che non è qualunque, purtroppo.
Brava, sempre più brava. Dai voce a un senso comune

Teresa Bellemo ha detto...

grazie. sono quasi nazionalpopolare. e la persona qualunque non sa nemmeno di esserlo, forse, purtroppo.