venerdì 22 febbraio 2008

IO NON STO SEDUTA, MI MUOVO

Qui si batte la fiacca. Non si scrivono post da un bel pò.
Si sta seduti, fermi, attoniti. Composti. Tutto può diventare abitudine, a tutto ci si fa il callo. A tuo fratello che ascolta il rap a tutto volume. Alla vicina che mette l'occhio fuori dalla tenda e sa dove vai, con chi, e quando rincasi. Ma non perchè.
Perchè si impara anche a fare le cose che non piacciono. Dopotutto quando si era piccoli i denti a lavarli era una tortura. E c'è gente che ne rimane così segnata tanto da limitare lo spazzolamento interdentale quando è in vacanza. Comunque si fa. E mica ogni tanto. Tre volte al giorno.
Si dove imparare a fare le cose che non piacciono. Si deve avere la forza di farlo. Con piccoli rinforzi magari. Andare a correre. Che fa freddo. Che è vento. Che forse ho un pò di tosse. Il dindarolo della corsa. Ogni volta che corro un obolo. E poi vediamo cosa viene fuori a fine mese. Per ora dovrei accontentarmi di un paio di calzini nuovi, mi sa.
Ma arriva la bella stagione. E tutto cambia. Bisogna alzarsi. Dopotutto anche il nostro mondo umanizzato è ancora sensibile alle stagioni. Eccome. E con il primo sole senti che è ora di risvegliarsi. Che magari te ne eri accorto da un pò che era arrivata l'ora. Ma battevi sulle gambe e non reagivano. Il letargo del corpo, che però si risveglia e come le piante germogliano lui riprende a reagire.
Comunque non è che da seduti non si faccia nulla. Si guarda, si osserva, ci si avvicina e si annusano con calma il gusto, l'odore di ciò che c'è intorno. Forse perchè si ha più tempo, forse perchè lo si vuole avere. Seduti sulla panchina come Pietro Palladini di quel Caos calmo che mi è piaciuto, sì, il romanzo intendo, il film un pò meno, se non fosse per Moretti, anche se con quei capezzoli sembrava davvero che suonasse il campanello dell'interno sei.
Ogni tanto bisogna prendersi il tempo per sedersi. Per capire e guardare. Per affrontare tutto in modo diverso. Guardi attorno e magari dai pure un'occhiata dentro visto che comunque se c'è una nebbia come oggi non puoi fare altro, visto che non si vede da un palmo dal naso. Non occorre nemmeno tirare le tende per rimanere da soli con se stessi. E si capiscono un sacco di cose e se ne vedono altrettante che nemmeno immaginavi.
E dentro una scatola ci può essere di tutto. Soltanto che spesso al massimo le dai un colpetto, alla scatola, magari col piede, distrattamente, e non la apri. Era il momento di aprire un po di scatole. Chiuderne altre. Ma prima bisogna guardarsi dentro. E ci vuole tempo, e ci vuole il modo, quello giusto. Prendersi il tempo per fare le cose che poi tanto le cose non si fanno nemmeno con tutto il tempo del mondo. Il decoupage ad esempio era lì, un bel proposito, ed è rimasto tale. per non parlare del knitting, o di tutte quelle mille cose che ti passano per la testa quando di tempo, di tempo per sederti non ne hai nemmeno a pagarlo. E' che poi quando ti siedi, ti guardi intorno, e ci sono tante cose da fare, ma forse forse si sta pure comodi seduti. E ci si abitua a stare seduti. e non si fa nemmeno il decoupage, e non funziona nemmeno il dindarolo. Ed è lì che bisogna alzarsi. ma intanto io le scatole le ho aperte. E chissà cosa avrà pensato la vicina.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

mia carissima...occhio! forse ti stai muovendo male, forse hai il cervello in pappa...forse ti stai sedendo in un posto sbagliato...aia aia aia!

Anonimo ha detto...

alzati e cammina...Teresa!

Ricky

wow spero di farcela a lasciare un commento sta volta

Teresa Bellemo ha detto...

Sedersi non vuol dire non muoversi. A volte c'è bisogno di guardare meglio. Alla faccia di chi non vede al di la del proprio naso.