mercoledì 13 maggio 2009

ERA IL MAGGIO ODOROSO

La mia preferita era una canottiera intima, con le rose rosa e delle piccole foglie verdi. Giocava un po' in trasparenza, ma c'era la pancetta e i seni erano appena rotondi. Le rose come quelle della carta da parati della mia stanza, le rose come quelle che erano ovunque nel mio giardino. Che mi svegliavo prestissimo la domenica della festa della mamma e mi armavo di forbici e le tagliavo di nascosto, per un bouquet artigianale. Ma c'era la stagnola sui gambi. e questo bastava. Non bastavano le mani per tutte quelle fragole. Non bastavano i polmoni per correre. Non bastavano le opere di convincimento di mio padre. No, la mia bottecchia rossa non vincerà mai, papà, non è vero che gli altri perdono tempo a cambiare le marce delle mountain bike, le cambiano e bona. Io con questa bici e con il cestino en pendant posso al massimo rincorrerli. Non li seminerò mai. Mio padre che conosceva Battiato e Guccini e tutti quelli dei dischi. Perchè se aveva i dischi li conosceva. Eh, io non avevo i giochi in prestito di bambini che non conoscevo. Mio padre che compie gli anni il dieci maggio e mi sembrava un sogno. E' una fortuna compiere gli anni il dieci maggio. Il sole non tramonta mai. Il sole non dorme, si prende solo il tempo di un campari per diventare rosso. Il maggio che sembra che sia sempre stato maggio, che i maglioni e il freddo e la nebbia e le calze grosse non te le ricordi più. Al massimo le simod di jeans con le stelline argentate o le scarpe di vernice nera e i calzini col pizzo. Fino a quando era troppo pure tutto questo e bastava e avanzava la canotta con le rose. Fino a quando si sudava. Fino a quando si correva. Dove si correva. Dove si arrivava con quella forza, che si era sempre lì, a cinquanta metri da casa, al massimo. A rubare le fragole al vicino. A girellare attorno agli alti cancelli di quei fratelli lì, che avevano il garage e che avevano una rampa da far paura, se fatta con lo skate-board. Girellare e sperare che qualcuno ti inviti ad entrare. Girellare e vedere che si è gelosi di una rampa per scendere in garage. Girellare e vedere che i più gelosi sono i grandi, che non si può giocare sempre a casa nostra, giocate nella vostra, di rampa. La nostra, di rampa, che non era liscia. La nostra, di rampa, che non c'era nemmeno lo skate-board.
E al posto dell'odore delle rose c'era il distributore e la sua cera per lucidare le auto. E al posto dei cd c'erano i dischi. e mi chiudevo in camera a girare per terra, come faceva Michael Jackson. Forse non proprio come lui.
Dove sono le trecce che annodavo?

1 commento:

Anonimo ha detto...

Era da un po' che non mi andavo a guardare i blog, quelli sulla "barra dei segnalibri".

era da maggio

mi piace questo maggio odoroso
molta saudade, tempo perduto, nostalghia, blues

mi piace.